Oggi non si tratta di difendere dei quesiti.
E neppure chi li ha presentati.
Si tratta di difendere l’unico strumento popolare di controllo sulla politica: il referendum.
Un diritto che la Costituzione affida ai cittadini, non ai partiti.
E invece, a forza di usarlo male, a freddo, con quorum insostenibili e partecipazione minima, questo strumento è stato umiliato.
Volutamente o per ignoranza, chi lo maneggia senza riformarlo ne è complice.
Noi di Proposizione Popolare, con la proposta di Legge d’iniziativa popolare già depositata,
abbiamo avviato l’attività concreta che dovrebbe restituire al referendum la sua efficacia originaria e il suo valore costituzionale.

Non può esistere una democrazia che affida tutto alla delega e niente al controllo.
Se il popolo non può più intervenire sulle leggi, la sovranità è una finzione.
Non è una battaglia per un sì o un no.
È una battaglia per non rendere irreversibile l’irrilevanza del popolo.
Difendere il referendum oggi significa:
difendere la Costituzione,
respingere l’astensione strategica come forma di sabotaggio istituzionale,
pretendere una riforma vera: senza quorum, e con effetto vincolante.
Perché o la voce del popolo conta davvero, o non siamo più una Repubblica.