IL REFERENDUM E LA DIGNITÀ: LA VISIONE DI “PROPOSIZIONE POPOLARE”

In un Paese che spesso lascia il popolo con l’illusione di decidere, noi affermiamo una visione nuova: quella in cui la voce dei cittadini conta davvero, sempre, e non può essere messa a tacere da regole scritte per favorire l’immobilismo.

Il problema oggi

Oggi, per abrogare una legge tramite referendum, non basta la volontà popolare: serve superare un quorum calcolato su tutti gli aventi diritto al voto, anche su milioni di persone che non votano da anni. È un meccanismo che premia chi boicotta, non chi partecipa.
È una trappola: se una parte del popolo alza la testa, basta che l’altra stia zitta perché tutto resti com’è.

La nostra proposta

Noi proponiamo che il quorum venga calcolato solo su chi ha partecipato alle ultime elezioni politiche. Vogliamo che la misura della democrazia sia la partecipazione reale, non quella teorica.

Se un Parlamento può legiferare con il 50% degli elettori, anche il popolo può abrogare leggi con lo stesso criterio.

Questo non è solo un cambio tecnico: è una presa di posizione culturale e politica.
È dire: la volontà attiva del popolo non è meno degna di quella rappresentata. È il suo fondamento.

E se ci fosse la Garanzia di Dignità…

Quante volte i referendum sono stati usati per chiedere ciò che dovrebbe già essere garantito? Un salario dignitoso. Una pensione minima. Un sussidio di sopravvivenza. L’acqua pubblica. Il lavoro stabile. Quesiti che non dovrebbero nemmeno esistere.

Con la nostra proposta di Garanzia di Dignità per l’intero arco di vita, molti dei conflitti che oggi spingono al referendum scomparirebbero. Perché nessun cittadino sarebbe lasciato indietro, e nessuno costretto a lottare per ciò che dovrebbe essere inviolabile: la dignità.

Gaetano Onrasor Rosarno

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