
Gli ordini professionali nascono con l’obiettivo di garantire competenza, deontologia e tutela dei cittadini. Tuttavia, nel tempo, rischiano di trasformarsi in strumenti di chiusura e privilegio, anziché in garanti dell’interesse collettivo.
Quando l’accesso a una professione è regolato da barriere rigide e costose, si crea un’élite che spesso difende più i propri interessi che quelli della società. Questo sistema può diventare avverso all’etica morale, perché limita la libertà individuale, ostacola la concorrenza e, in alcuni casi, protegge inefficienze o pratiche obsolete.
L’etica, invece, dovrebbe promuovere inclusione, meritocrazia e innovazione. Gli ordini professionali dovrebbero essere ripensati per diventare veri alleati del progresso, garantendo trasparenza, accessibilità e un costante aggiornamento alle esigenze del mondo moderno.
In un’epoca in cui le professioni si evolvono rapidamente, è tempo di chiedersi: gli ordini professionali servono ancora a proteggere i cittadini o sono diventati un freno al cambiamento?