NON SPRECHIAMOCI PER ALTRO! CONSIGLIO REGIONALE AI COMUNI

Perché questa riforma?

La subordinazione dei Sindaci ai poteri regionali e centrali, spesso distanti e privi di una conoscenza diretta delle reali esigenze territoriali, rappresenta un ostacolo significativo allo sviluppo e alla protezione delle comunità locali. Le normative rigide e una burocrazia soffocante impediscono ai Sindaci di agire con la necessaria tempestività ed efficacia. È quindi fondamentale un intervento deciso per rafforzare la loro autonomia, garantendo loro il controllo diretto e le risorse adeguate. Solo così è possibile una governance realmente vicina ai cittadini, capace di promuovere soluzioni concrete e uno sviluppo sostenibile, senza le ingerenze di strutture decisionali lontane dalla realtà locale.

Per la Calabria, questa riforma non rappresenta solo un cambiamento del sistema, ma una grande opportunità per costruire una regione più coesa, dinamica e proiettata verso il futuro. Si tratta di un governo che ascolta, include e agisce per il bene di tutti: dalle coste alle montagne, ogni territorio avrà voce in Consiglio Regionale, le aree meno popolate non saranno più dimenticate, e ci sarà meno burocrazia e più risultati concreti.

L’attuale assetto regionale concentra il potere nelle mani di pochi governanti, spesso espressione di apparati che rispondono più a logiche di interesse che alle reali necessità dei cittadini. Questo sistema alimenta decisioni calate dall’alto, lontane dai territori, vulnerabili alle pressioni di gruppi di influenza e spesso inefficaci. In questo modo, si compromette l’autonomia delle comunità locali e l’efficacia dell’azione amministrativa.

Una riforma che conferisca ai Sindaci la gestione del Consiglio Regionale e dell’amministrazione locale rappresenta una svolta storica. Eletti direttamente dal popolo e profondamente radicati nei territori, i Sindaci garantirebbero una gestione autenticamente democratica, sottraendo il potere decisionale dagli apparati burocratici e restituendolo ai cittadini. Questo nuovo modello eliminerebbe le ingerenze di interessi consolidati, rafforzando una governance trasparente, responsabile ed efficace.

Solo attraverso questo cambiamento è possibile costruire un governo regionale realmente vicino ai bisogni delle comunità, capace di agire con autonomia, rapidità e giustizia, senza subire condizionamenti esterni che da troppo tempo limitano il progresso e lo sviluppo locale.

CONSIGLIO REGIONALE AI COMUNI

Come funzionerebbe in pratica

  1. Collegi elettorali
    Ogni 30.000 abitanti eleggerebbe un Rappresentante Regionale. Per i Comuni a bassa densità demografica, al fine di garantire un’omogeneità geografica, verrebbero create delle macro-aree, assicurando una rappresentanza regionale significativa, indipendentemente dalla proporzione o entità demografica di ciascun territorio.
  2. Rotazione
    I circa 60 Rappresentanti Regionali, di cui la maggior parte rappresenterebbe più Comuni, si avvicenderebbero a turno in Consiglio Regionale, per periodi temporanei concordati tra loro, garantendo una partecipazione equa.
  3. Elezione del Presidente/Governatore e del Governo
    1. I rappresentanti di tutti i Comuni, ovvero i Sindaci o i loro delegati, in seduta straordinaria eleggerebbero il Presidente/Governatore.
    1. Il Governo regionale sarebbe nominato dal Presidente/Governatore e, in seduta straordinaria, dovrebbe ricevere la fiducia dai rappresentanti di tutti i Comuni.
  4. Casi di straordinarietà
    In occasioni speciali, come l’elezione del Governatore e del Governo, tutti i 404 Comuni parteciperebbero direttamente al processo decisionale.

Per una visione futuristica dell’idea/progetto riforma, questo Consiglio Regionale potrebbe anche esprimere un deputato per la Camera dei Deputati e un Senatore per il Senato della Repubblica.

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