C’è necessità di un soggetto politico propositivo!

La storia ci insegna che le mutazioni generate dalla condotta umana quasi sempre incidono negativamente sulla vita sociale, Il nostro Paese, ha bisogno di regole certe! C’è necessità di un soggetto politico propositivo, capace di adeguare e applicare i principi fondamentali al vivere civile e insieme. Tra questi, nel rispetto del prossimo, il diritto di esistere con la garanzia del sussidio sociale e, una norma etica che premi la rettitudine e impedisca il consolidamento dell’illecito.

Il “Sussidio Sociale” va erogato a chi è senza reddito!

Da riconoscere sin dalla nascita, dovrebbe accompagnare l’individuo per tutta la vita. Con l’avanzare degli anni, il sussidio sociale, avrebbe un crescente aumento sino alla stabilizzazione che avverrebbe col raggiungimento del 21nesimo anno di età (circa). Durante tutto il periodo attivo 21nesimo 65cinquesimo anno di età (circa) detto sussidio sociale, sarebbe assoggettato a tassazione significando che, di fronte ad un reddito elevato potrebbe essere tassato anche del 100%. I Cittadini, in situazioni di mancanza di lavoro (senza reddito o con reddito insufficiente) godendo della erogazione di detto sussidio sociale, durante il periodo attivo, (a chiamata) avrebbero il dovere, (pena la sospensione del beneficio) di rendersi disponibili verso la Pubblica Amministrazione, la quale, a sua volta, avrebbe l’obbligo di integrare equamente il sussidio ai livelli salariali correnti. proposizionepopolare.it

“Sussidio Sociale di Cittadinanza” è questo il baluardo!

Posseduto e esorcizzato! Avevo definito Giuseppe Grillo detto Beppe la trasmigrazione dell’anima di Giuseppe Garibaldi tornato per riparare gli errori compiuti.
Non esistono lotte o battaglie sociali feconde, incluso quella per il mantenimento dell’articolo 18, che si possano anteporre o sostituire al diritto di vivere con dignità. Il sussidio Sociale deve essere riconosciuto a tutti i Cittadini sin dalla nascita e per tutta la vita! In progressione, sino a stabilizzarsi col compimento del 21nesimo anno di età. Durante il periodo attivo 21nesimo 65cinquesimo anno di età, detto sussidio, sulla base del reddito attivo, andrebbe assoggettato a tassazione graduale, significando che, di fronte ad un reddito elevato potrebbe essere tassato anche del 100% . Il sussidio sociale e la pensione sono elementi essenziali per il vivere Civile e come tali, vanno garantiti a tutti i Cittadini in egual misura e per tutta la vita. Ogni Cittadino, per mantenere detto sussidio, avrebbe il dovere di rendersi disponibile alla chiamata di impiego. Proposizionepopolare
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Calabria! Non serve un esercito di soldati paladini

è fondamentale lavorare per produrre sviluppo! senza, non si creeranno i posti di lavoro. La politica badi ad individuare ed eliminare le criticità tecniche che non hanno permesso alla Calabria di utilizzare in pieno le risorse Europee in materia di investimenti e, concepisca la creazione di nuove opportunità per i Giovani e meno Giovani agevolando l’accesso al credito, è possibile! Basti solo volerlo, ciò è fattore preminente per poter sperare di creare sviluppo,istruire le nuove generazioni e sconfiggere l’esagerazione dell’illegalità divenuta quasi una cultura, compiendo, il tanto sperato e spesso evitato percorso verso il vivere civile e insieme. Gaetano Rosarno
paladino

Cosa siamo senza lavoro!

Quanti di noi percepiamo il sentimento di chi un lavoro non c’è l’ha più?, Molti un lavoro non l’ hanno mai avuto ma oggi patiscono direttamente gli effetti di ciò vedendosi venire a mancare il reddito del proprio Familiare, viene spontanea la domanda “COSA SIAMO SENZA UN LAVORO”? E cosa diverremo non riuscendo a provvedervi.
Cerchiamo di creare i presupposti essenziali per far sì che ciò non accada, per nostra fortuna abbiamo vissuto in un Paese che fino a ieri ha goduto gli effetti del lavoro di chi con sofferenza ci ha preceduto, i nostri Genitori i nostri Nonni, dobbiamo quindi, soffermarci ponderando circostanze e congiunture, con la consapevolezza che non ci ritroviamo davanti ad un disagio bensì un fenomeno che minaccia le fondamenta dello Stato Democratico.
E’ questa la ragione! Tutti, dobbiamo essere solidali a trovare la soluzione verso un problema che non dispenserà nessuno se non affrontato in modo risolutivo.

Gaetano Rosarno Proposizione Popolare il lavoro

I Bronzi di Riace devono giovare alla Calabria !

La Regione Calabria deve provvedere per tempo a realizzare un adeguato servizio di transfer Milano/Reggio Calabria Lamezia Terme e viceversa. I Calabresi dobbiamo esigere rispetto,dimostrando capacità intellettuale e determinazione. Reggio Calabria merita riscatto! Quella dell’expo è una opportunità non solo per Milano ma per tutte le Regioni Italiane e la Calabria non deve farsi privare seppur temporaneamente del Patrimonio culturale che possiede. Gaetano Rosarno
Bronzi di riace

Salvatore Settis: l’Italia va disincagliata dalle secche della crisi.

Salvatore settisCaro presidente del consiglio Matteo Renzi,
Le scrivo, come è diritto di ogni cittadino, per porLe una domanda: la riforma della Costituzione su cui il governo punta le sue carte servirà a disincagliare l’Italia dalle secche di questa lunga stagnazione?
Lei certo sa, Signor Presidente, che l’Italia si distingue per alcuni primati poco invidiabili. Secondo dati Ocse richiamati dalla Corte dei conti, siamo al terzo posto al mondo per evasione fiscale (preceduti solo da Turchia e Messico), e Confcommercio stima in 154,4 miliardi di euro le tasse non pagate nel solo 2012. Secondo Transaparency International l’Italia è uno dei Paesi più corrotti d’Europa (con Romania, Grecia e Bulgaria), peggio di Namibia e Ruanda. Secondo il World Freedom Index l’Italia è terzultima in Europa per libertà di stampa, stando in classifica fra Haiti e Burkina Faso. Intanto a fronte di un consumo di suolo medio in Europa del 2,8%, l’Italia raggiunge un devastante 6,9%, pur con incremento demografico zero (dati Ispra). La disoccupazione giovanile è balzata al 43,3%, contro il 7,9% della Germania e la media europea del 22,5% (dati Eurostat).

Secondo il dipartimento per lo sviluppo di palazzo Chigi l’Italia è ultima in europa per investimenti in cultura, con una contrazione della spesa doppia che in Grecia. Una riforma universtitaria pessima e gestita ancor peggio mette in ginocchio la ricerca e riduce il merito ad un optional spesso superfluo. Centinaia di imprese italiane chiudono i battenti o vengono assorbite da aziende cinesi, sudamericane, mediorientali. Come una valanga continua la «fuga dei cervelli»: decine di migliaia di giovani formatisi in Italia portano in altri Paesi i loro talenti, vanificando l’alto investimento che il Paese ha fatto su di loro (nel 2013, quasi 44mila italiani hanno chiesto di lavorare nella sola Gran Bretagna). Mentre cresce la diseguaglianza sociale, si radica la sfiducia dei cittadini nella politica, come ha mostrato il forte astensionismo alle europee, con un 41,32% di non votanti a cui va aggiunto l’8,31% di schede bianche, nulle o disperse. In questo contesto, come Lei sa bene, Signor Presidente, il buon risultato percentuale del Suo partito vale più o meno la metà di quel che sembra.

A fronte di questi problemi, l’azione del Suo governo si concentra su questioni di ingegneria istituzionale, come se ridurre di numero i senatori (ma non i deputati), o evitarne l’elezione popolare, possa salvare l’economia italiana. Secondo Mario Draghi, l’Italia ha bisogno di «riforme strutturali sui mercati dei prodotti e del lavoro», ma in Italia si produce sempre meno e si lavora sempre meno. L’Italia deve ridurre la pressione fiscale: con un reddito annuo di 28mila euro, ub italiano paga il 27% di imposte, un americano il 15%; ad un reddito di 75mila euro corrisponde un’imposta del 28% negli Usa, del 43% in Italia. Questa enorme differenza dipende dalla rarità della evasione fiscale negli Usa (dove è severamente punita), mentre i nostri governi di ogni colore (anche il Suo) fanno ben poco per combatterla. Lei ha cercato invano Signor Presidente, di trasmettere il Suo ottimismo: le Sue previsioni di crescita del Pil si sono rivelate fallaci, e il calo dello 0,2% nell’ultimo trimestre, contro un +3,2% della Gran Bretagna ed un +1,1% dell’area Euro, lascia poco spazio alla retorica. Cresce intanto il debito pubblico, che nel 2013, ha raggiunto il 132,6% sul Pil e falliscono uno dopo l’altro i tentativi di spending review.

La stagnazione è ormai recessione, nasconderlo è un boomerang per chi lo fa. Corruzione, evasione fiscale, disoccupazione e altri problemi italiani sono ben noti ai nostri partner in Europa e nel mondo: se non si affrontano subito il governo perde credibilità e accredita l’ipotesi cambiare la Costituzione sia una tecnica dilatoria per non sfidare le urgenze. Le chiedo allora, Signor Presidente: in quale modo una nuova costituzione contribuirà a diminuire il debito pubblico, a trovare lavoro ai giovani, a frenare l’emorragia dei talenti, ad arrestare corruzione e evasione fiscale, a rilanciare formazione e ricerca, a incentivare le imprese, l’economia e la cultura, a tutale il paesaggio, l’ambiente e il patrimonio artistico?

Con la nuova legge elettorale s’intende riconquistare alla democrazia i 22 milioni di italiani che non hanno votato, o incentivare l’astensionismo purché un partito ottenga il premio di maggioranza? Vale la pena dilapidare l’eredità della sinistra in un abbraccio mortale con Berlusconi, condannato in via definitiva ed espulso dal Senato, mediante un patto i cui contenuti precisi non vengono resi pubblici? Le riforme avviate hanno lo scopo di rafforzare l’esecutivo, ma secondo Transparency International una delle cause della crisi italiana è che già oggi «il potere legislativo dipende troppo dal potere esecutivo, che governa senza la debita assunzione di responsabilità». È proprio opportuno accrescere ancora il ruolo dell’esecutivo?

La riforma apporta alla Costituzione mutamenti radicali. Anch’io, come molti cittadini, ritengo improprio che tali proposte siano nate dal governo e non dal Parlamento, e che vengano approvate da senatori e deputati nominati secondo una legge elettorale incostituzionale. Ma la domanda è ora un’altra: se mai quel testo entrasse in vigore tal quale, come e in che cosa la recessione del Paese ne verrebbe corretta? E se invece il testo facesse per mesi e mesi la spola fra Camera e Senato assorbendo tempo ed energie, non sarebbe un dirottamento rispetto ai problemi reali del Paese?

Non crede che il Suo governo acquisterebbe prestigio e credibilità se mostrasse nei fatti di ricordarsi dei diritti dei cittadini sanciti dalla Costituzione e dimenticati dalla politica con la scusa della crisi? Non sono diritti secondari: sono il diritto al lavoro per tutti i cittadini (art. 4), la funzione sociale della proprietà (art. 42), la pari dignità sociale dei cittadini e la loro eguaglianza (art. 3), la garanzia per tutti di «un’esistenza libera e dignitosa» (art. 36), il diritto alla cultura (artt. 9, 21, 33), il diritto alla salute (art. 32). Sono diritti ignorati o taglieggiati in nome della crisi economica. In che modo la Costituzione che Lei ha in mente intende farli risorgere dalle ceneri?
Salvatore Settis