La Garanzia del Sussidio Sociale

In primo piano

Premessa:
La dignità economica è un diritto fondamentale e inalienabile di ogni cittadino. Per garantire tale dignità, occorre superare la logica dell’assistenzialismo temporaneo e adottare un sistema di tutela sociale strutturato e permanente. Questo sistema prende il nome di Garanzia del Sussidio Sociale.

Cos’è la Garanzia del Sussidio Sociale?

La Garanzia del Sussidio Sociale è un’erogazione economica individuale e universale riconosciuta sin dalla nascita a tutti i cittadini. Essa accompagna l’individuo lungo l’intero percorso della vita, configurandosi come un vero e proprio diritto economico fondamentale.

Caratteristiche principali:

Universalità: Ogni cittadino, indipendentemente dalla condizione sociale o lavorativa, riceve questa garanzia economica sin dalla nascita.

Crescita Progressiva: La somma erogata aumenta progressivamente con l’età fino a stabilizzarsi al compimento del 18° anno di età (circa), garantendo così un sostegno crescente durante le fasi delicate dello sviluppo e della formazione.

Dignità Economica: L’importo erogato non corrisponde a uno stipendio pieno, ma garantisce un minimo economico sufficiente a mantenere la dignità individuale e familiare.

Compatibilità con il Lavoro: La Garanzia del Sussidio Sociale non può e non deve sostituirsi al lavoro. Essa rappresenta una base di sicurezza economica che deve incentivare, e non scoraggiare, la ricerca di un impiego produttivo e dignitoso. Il lavoro resta il principale mezzo attraverso cui l’individuo contribuisce alla società e realizza se stesso. In età lavorativa (dai 18 ai 65 anni circa), il sussidio è assoggettato a tassazione progressiva. In presenza di un reddito da lavoro sufficiente, il sussidio si riduce o si sospende automaticamente per evitare duplicazioni e privilegi.

Integrazione con il Sistema Pensionistico: Raggiunta l’età pensionistica, il sussidio si trasforma in una pensione sociale, garantendo così continuità e sicurezza economica fino al termine della vita.

Libertà di Integrazione: Ogni cittadino sarebbe libero di intraprendere iniziative personali per la creazione di pensioni integrative, a completamento della Garanzia del Sussidio Sociale.

Perché la Garanzia del Sussidio Sociale?

Tutela della Dignità: Ogni cittadino deve poter contare su una base economica che gli consenta di vivere con decoro.

Prevenzione della Povertà: Il sussidio agisce in maniera preventiva, evitando che le persone si trovino in condizioni di indigenza.

Equità Sociale: Il meccanismo progressivo di sospensione automatica in presenza di redditi sufficienti garantisce equità e responsabilità.

Semplificazione Amministrativa: Il sistema automatizzato di regolazione riduce la burocrazia e garantisce maggiore efficienza.

Come Realizzarlo?

Riforma del Welfare: Integrare il sussidio nel sistema previdenziale nazionale, con una gestione centralizzata e trasparente.

Sostenibilità Economica: Finanziare la Garanzia del Sussidio Sociale attraverso una riforma fiscale che redistribuisca le risorse in modo equo e solidale.

Politiche Attive per il Lavoro: Accompagnare il sistema con programmi di formazione, inserimento lavorativo e supporto alle imprese per favorire l’occupazione.

Conclusione

La Garanzia del Sussidio Sociale rappresenta un’innovazione capace di superare le criticità del Reddito di Cittadinanza, offrendo una base economica stabile e dignitosa per tutti. Tale strumento non solo tutela i più fragili, ma si configura come un diritto universale che promuove equità e coesione sociale.

Proposizione Popolare propone questa visione con l’obiettivo di stimolare un dibattito costruttivo e promuovere una riforma che metta davvero al centro la dignità della persona.

La Calabria merita d’essere riformata!

Ho conosciuto Gerardo Mario Oliverio, e non ho mai pensato che fosse un uomo in malafede.
Così come, per quanto mi è dato osservare, non credo che Roberto Occhiuto sia una cattiva persona.

Ma è proprio questo il punto:
quando anche persone perbene finiscono schiacciate da un sistema malato, è il sistema che va cambiato.

E finché quel cambiamento non arriva, a pagare il prezzo è sempre la Calabria.

Noi non stiamo cercando colpevoli.
Stiamo cercando soluzioni.

La nostra riforma nasce proprio per questo:
per liberare anche chi governa dal peso di un potere troppo concentrato e troppo fragile.
Per costruire un modello in cui il potere si distribuisce, il controllo si esercita e i cittadini, attraverso i Comuni, governano.

Non è solo una riforma.
È una protezione collettiva.
Perché la Calabria non merita altri inciampi.
E chi la ama davvero, non può più voltarsi dall’altra parte.

ProposizionePopolare #GovernoAiComuni #RiformaViva #CalabriaDesta #ResponsabilitàCivica

La PEC come Domicilio Digitale Necessario: Urgenza di una Scelta di Civiltà

In uno Stato che intende dirsi moderno, trasparente ed efficiente, l’attivazione di un domicilio digitale certo e accessibile per ogni cittadino non è più un’opzione: è una necessità.

La Posta Elettronica Certificata (PEC), o sistemi equivalenti interoperabili, rappresenta oggi l’unico strumento capace di garantire simultaneamente risparmio pubblico, certezza delle comunicazioni, tracciabilità amministrativa e tutela del cittadino.

Continuare a considerarla un accessorio facoltativo significa accettare un sistema dove la disinformazione, il ritardo, la moltiplicazione dei costi e la disuguaglianza digitale restano strutturali.

I dati lo dimostrano: il solo referendum del 2025 è costato allo Stato circa 88 milioni di euro, gran parte dei quali imputabili alla necessità di gestire fisicamente un processo che, se digitalizzato con domicilio certificato, avrebbe potuto generare un risparmio stimato tra il 60% e l’80%.

In un Paese che vuole proteggere le risorse pubbliche, valorizzare il tempo delle persone e semplificare l’accesso ai diritti, la domiciliazione digitale obbligatoria non può più attendere. Va resa operativa per ogni cittadino, gratuitamente, attraverso un sistema guidato e assistito dallo Stato.

La PEC non è uno strumento elitario: è un diritto di prossimità amministrativa, un ponte tra il cittadino e la pubblica amministrazione. Negarla o ritardarne l’adozione equivale a mantenere un divario funzionale che alimenta sprechi, contenziosi e marginalità.

Proposizione Popolare sostiene, senza esitazione, che l’attivazione del domicilio digitale debba essere resa obbligatoria per tutti i cittadini italiani maggiorenni, così come oggi lo è il codice fiscale.
Non vi è alcun motivo razionale per cui un cittadino debba ricevere atti vitali con ritardo o per posta cartacea, quando è disponibile un mezzo certificato, immediato, economico e sicuro.

In uno scenario di democrazia partecipativa e amministrazione digitale, la PEC non è un’opzione: è un’infrastruttura civile di base. Lo Stato non può più permettersi di considerarla una scelta individuale: è tempo di renderla universale, accessibile, obbligatoria e protetta.

Gaetano Onrasor Rosarno Co-fondatore

Proposizione Popolare

“Referendum, sobrietà e democrazia: la proposta giusta non è alzare il muro, ma raddrizzare la soglia”

Con rispetto per ogni posizione istituzionale, Proposizione Popolare prende atto della proposta del Ministro Tajani e del gruppo di Forza Italia di portare da 500.000 a 1.000.000 le firme necessarie per la richiesta di referendum abrogativo.

Comprendiamo l’intenzione dichiarata: rafforzare la serietà dello strumento. Ma ci permettiamo di dire, con altrettanto spirito costruttivo, che la direzione è sbagliata.

Il vero limite del referendum abrogativo oggi non è il numero di firme da raccogliere, ma il criterio che ne decide la validità: un quorum ancorato agli aventi diritto al voto, non ai cittadini realmente partecipi della vita democratica del Paese.

In questa condizione, milioni di voti possono essere cancellati da chi sceglie di non votare.
E così lo strumento referendario viene svuotato, non rafforzato.

Proposizione Popolare ha già depositato una proposta, fondata e misurata, per modificare quel criterio:

👉 Un referendum è valido solo se i votanti raggiungono almeno il numero dei partecipanti alle ultime elezioni politiche per la Camera dei Deputati.
👉 All’interno di quella soglia reale e verificabile, vince il “sì” o il “no” con la maggioranza dei voti validi espressi.

Non si chiede di abbassare la soglia, né di banalizzare il meccanismo. Si chiede di renderlo coerente con il principio di rappresentanza attiva.

Innalzare le firme e lasciare intatto il quorum significa chiudere due volte la stessa porta.

Se davvero si vuole rafforzare la democrazia, non si comincia rendendo più difficile il controllo popolare. Si comincia ascoltandolo.

Gaetano Onrasor Rosarno Co-fondatore Proposizione Popolare

LA DIGNITÀ DEL VOTO

Proposizione Popolare – 2025

Nella Costituzione c’è una voce che sussurra da decenni, ma che pochi ascoltano davvero.
È la voce dei cittadini chiamati a decidere direttamente non a eleggere, non a delegare, ma a scegliere.

Quel momento si chiama referendum.
E oggi, per far sì che quella scelta sia valida, si impone una regola in apparenza neutra ma in realtà ingannevole:
“Deve votare almeno il 50% + 1 degli aventi diritto.”

Un quorum non della democrazia, ma dell’astensione.
Un quorum che rende il silenzio più forte della parola.
Un meccanismo che premia chi non partecipa e annulla chi vota.
Un paradosso: milioni di cittadini potrebbero votare in massa per abrogare una legge,
eppure essere ignorati solo perché altri, in silenzio, non si sono presentati.

NOI, DI PROPOSIZIONE POPOLARE, ABBIAMO DETTO BASTA.

Con la proposta di legge costituzionale depositata il 4 giugno 2025, abbiamo riscritto il patto tra popolo e potere.
Abbiamo proposto che il referendum sia valido se partecipano almeno tanti cittadini quanti ne hanno legittimato la legislatura in corso, cioè il numero di votanti dell’ultima tornata elettorale politica.

Non più un quorum riferito agli “aventi diritto” cifra teorica e irraggiungibile.
Ma un quorum reale, civico, tracciabile:

Se alle politiche hanno votato in 20 milioni, saranno questi 20 milioni il nuovo metro della legittimità democratica.
Se la loro voce è bastata per costituire un governo, allora può bastare anche per abrogarne una legge.

Una regola semplice, giusta, trasparente.
Una regola che restituisce dignità al voto e valore alla partecipazione.

MA NON CI FERMEREMO QUI.

Proposizione Popolare proporrà anche l’introduzione in Costituzione del referendum propositivo vincolante, con le stesse regole di legittimazione:

  • stesso quorum reale,
  • stesso vincolo per le istituzioni,
  • stessa forza della voce popolare.

Un popolo che può dire “no”, deve poter dire anche “sì”.
E quel sì, se pronunciato da cittadini liberi e informati, deve obbligare chi governa.

NON È UTOPIA. È DEMOCRAZIA.

Proposizione Popolare
Una proposta. Un metodo. Un patto nuovo tra il cittadino e lo Stato.

Difendere lo strumento! Non il teatrino

Oggi non si tratta di difendere dei quesiti.
E neppure chi li ha presentati.

Si tratta di difendere l’unico strumento popolare di controllo sulla politica: il referendum.
Un diritto che la Costituzione affida ai cittadini, non ai partiti.

E invece, a forza di usarlo male, a freddo, con quorum insostenibili e partecipazione minima, questo strumento è stato umiliato.
Volutamente o per ignoranza, chi lo maneggia senza riformarlo ne è complice.

Noi di Proposizione Popolare, con la proposta di Legge d’iniziativa popolare già depositata,
abbiamo avviato l’attività concreta che dovrebbe restituire al referendum la sua efficacia originaria e il suo valore costituzionale.

Non può esistere una democrazia che affida tutto alla delega e niente al controllo.
Se il popolo non può più intervenire sulle leggi, la sovranità è una finzione.

Non è una battaglia per un sì o un no.

È una battaglia per non rendere irreversibile l’irrilevanza del popolo.

Difendere il referendum oggi significa:

difendere la Costituzione,

respingere l’astensione strategica come forma di sabotaggio istituzionale,

pretendere una riforma vera: senza quorum, e con effetto vincolante.

Perché o la voce del popolo conta davvero, o non siamo più una Repubblica.

Quando la democrazia torna alla Costituzione non servono statuti! Bastano Principi

Ci sono momenti in cui un’idea appare così chiara, così naturale, da farci dubitare.
Com’è possibile che non sia già così?
È davvero così semplice?
Eppure, è proprio lì che capisci di aver toccato qualcosa di autentico.

Proposizione Popolare non è una creazione nuova, è un richiamo antico.
Non nasce per inventare il diritto, ma per ricordarlo.
Non per comandare, ma per partecipare.
Non per parlare sopra gli altri, ma per restituire voce al cittadino che sceglie di esserci.

Sì, è semplice.
Perché non serve complicare ciò che è giusto.
Perché la dignità non ha bisogno di statuti.
Perché la Costituzione parla chiaro, se qualcuno ha il coraggio di ascoltarla.

È semplice, sì.
E forse è proprio questo che fa paura a chi ha costruito muri di silenzio intorno alla democrazia.

Progetto Per La Calabria

Dichiarazione di Proposizione Popolare

Noi non vogliamo svuotare la Regione.
Vogliamo riempire i vuoti lasciati da un sistema politico che, pur di accaparrarsi consenso, ha tradito il significato profondo della parola “politica”.

La nostra riforma non sottrae potere,
restituisce identità.

Al Consiglio Regionale, alla Regione, alla Calabria:
vogliamo offrire la dignità di essere casa della civica autodeterminazione,
non struttura distante, ma espressione piena della volontà dei territori.

Non chiediamo meno istituzioni.
Chiediamo istituzioni più vere.

GAZA: COMUNICATO DI PROPOSIZIONE POPOLARE

COMUNICATO DI PROPOSIZIONE POPOLARE

Israele ha bisogno di aiuto. Ha bisogno di aiuto per fermarsi.

Fino a oggi siamo rimasti in silenzio, per rispetto.
Perché il dolore che attraversa Gaza e Israele non si presta né a slogan né a semplificazioni.
Ma oggi sentiamo il dovere di pronunciarci, con l’umiltà di chi sa che le parole, quando servono la pace, non sono mai superflue.

Israele ha bisogno di aiuto.
Ha bisogno di aiuto per fermarsi.
Perché quando una nazione non riesce più a distinguere la difesa dalla vendetta, ha bisogno di qualcuno che le porga uno specchio.
Non per umiliarla, ma per salvarla.
Perché fermarsi non è solo un gesto politico: è un gesto umano, e profondamente civile.
Chi è nel dolore ha diritto alla protezione.
Ma chi infligge dolore senza più misura ha bisogno di un confine. E di una mano, che non sia armata, ma ferma e lucida.

Noi non ci uniamo al coro dei tifosi, né a quello degli indignati a corrente alternata.
Noi diciamo: che qualcuno aiuti Israele a fermarsi.
Per il bene di Gaza. Per il bene degli innocenti.
Ma anche per il bene di Israele stessa, e della dignità che rischia di smarrire nel buio che genera.

La pace non è una tregua. È una civiltà.
E Proposizione Popolare, nel suo piccolo, continuerà a dirlo, anche se resta sola.

Depositata la proposta per modificare il quorum del referendum! Contano i presenti non gli assenti

Il 4 giugno 2025, Proposizione Popolare ha depositato ufficialmente e fatto protocollare una proposta di legge di iniziativa popolare per la modifica del criterio di validità del referendum abrogativo.

Questa proposta nasce da una semplice constatazione: oggi il popolo può essere silenziato non votando. Basta l’astensione per annullare milioni di sì o no espressi con coscienza.

Noi crediamo che la partecipazione effettiva debba valere più dell’inerzia.
Se un Parlamento può legiferare con metà degli elettori, anche il popolo deve poter abrogare con la stessa legittimità.

Cosa prevede la proposta?

La modifica dell’articolo 75 della Costituzione affinché il quorum sia calcolato non più sugli aventi diritto al voto, ma sugli elettori che hanno realmente votato alle ultime elezioni politiche.

Perché lo abbiamo fatto?

Perché non accettiamo più che la democrazia sia misurata sul silenzio.
Perché il popolo che partecipa non può essere reso irrilevante.
Perché proporre è un diritto, non un favore concesso.

La proposta è stata inviata a:

Presidenza della Repubblica

Presidenza del Consiglio dei Ministri

Senato della Repubblica

Camera dei Deputati

Vuoi leggere il testo completo?

La nostra voce è la proposta, non la protesta.
E adesso questa voce è stata depositata, nero su bianco.

Proposizione Popolare

Quando il soccorso manca, lo Stato tace! Non si può morire per banali negligenze

Presidente della Regione Calabria, On. Roberto Occhiuto

Consiglio Regionale della Calabria

Sindaci e Consigli Comunali dei Comuni Calabresi

Ministro della Salute

Presidente del Consiglio dei Ministri


Ill.mi Signori,

con la presente intendo esprimere, in qualità di cittadino calabrese e promotore dell’iniziativa civica Proposizione Popolare, una profonda preoccupazione per le gravi carenze che affliggono l’organizzazione del primo soccorso e della medicina territoriale nella nostra regione.

In numerose circostanze, anche recenti, odierne si è verificata l’impossibilità di fornire un’assistenza sanitaria tempestiva a cittadini colpiti da malori improvvisi o situazioni di emergenza, con il rischio concreto — e inaccettabile — di esiti fatali.
È evidente che il problema non risiede nella volontà o nella professionalità degli operatori sanitari, che anzi risultano spesso abbandonati a sé stessi, ma nella mancanza strutturale di un modello organizzativo efficace e vicino alle persone.

Per questo, avanzo la seguente proposta, che rientra pienamente nelle competenze locali e regionali e che può rappresentare un punto di svolta concreto e immediatamente attuabile:

Ogni comune della Calabria dovrebbe dotarsi di un locale civico dedicato alla sanità territoriale, in cui:

I medici di base possano ricevere i pazienti in modo ordinato, sicuro e accessibile;

Sia allestito un ambiente idoneo a fornire un primo soccorso reale, con strumenti e personale in grado di gestire l’emergenza nell’immediato ed evitare decessi per impossibilità assoluta di intervento tempestivo;

Si possa garantire una connessione rapida con i reparti ospedalieri, per attivare, quando necessario, un ricovero urgente in modo coordinato ed efficace.

Tale misura, se assunta con spirito di responsabilità istituzionale, non richiede investimenti straordinari, ma una visione civica e organizzativa all’altezza del valore della vita umana.

Il primo soccorso non può essere l’ultima speranza. Deve essere una certezza minima garantita, anche nei luoghi più piccoli e nei momenti più fragili.

Confido in un riscontro serio e immediato.

In fede,
Gaetano Rosarno
per Proposizione Popolare