"Proposizionepopolare" nasce come strumento popolare di massa, per raccogliere e costituire in una unica voce le istanze dei Cittadini Italiani che non si sentono tutelati e rappresentati nelle varie Istituzioni. Come previsto dalla Carta Costituzionale. Proposizionepopolare non partecipa a competizioni elettorali!
In un mondo sempre più condizionato dalla logica del profitto, Proposizione Popolare crede fermamente che la salute debba essere considerata un bene universale e inviolabile, non un’occasione di guadagno finanziario.
Industria farmaceutica pubblicaOspedali e diritto alla cura garantiti dallo StatoLa salute è un diritto, non un affare
Ciò non significa vietare l’iniziativa privata, ma chi sceglie di operare nel settore farmaceutico in forma d’impresa lo farebbe senza ricevere fondi pubblici e senza beneficiare di incentivi statali. In questo modo, si elimina il rischio che risorse pubbliche finiscano per alimentare interessi speculativi anziché migliorare la salute dei cittadini.
La vicenda legata al Dormex (o idrogeno cianammide) sintetizza in modo drammatico una questione ben più ampia: l’agricoltura italiana, da sempre fiore all’occhiello del nostro Paese, sta subendo gravi penalizzazioni a causa di decisioni politiche poco lungimiranti, spesso in netto contrasto con gli interessi di chi lavora la terra e produce ricchezza reale. Gli agricoltori italiani chiedono regole uguali per tutti e maggiore sostegno contro gli effetti concreti dei cambiamenti climatici. Quello che invece si è materializzato è un meccanismo farraginoso, che minaccia la competitività delle nostre imprese e ha indirettamente contribuito a un insidioso mercato nero di prodotti fitosanitari.
Gaetano Onrasor Rosarno
La parabola discendente del kiwi italiano
Fino a dieci anni fa, l’Italia deteneva la leadership globale per la produzione di kiwi. Poi è arrivato un mix di fattori letali:
Malattie come la batteriosi e la “moria del kiwi”: problemi fitosanitari devastanti, capaci di ridurre drasticamente le rese.
Cambiamento climatico: con inverni sempre più miti, alcune colture non riescono a soddisfare il proprio fabbisogno di freddo e, di conseguenza, non producono frutti di qualità adeguata.
Green Deal europeo: in linea teorica, un progetto che mira a una produzione più sostenibile; tuttavia, in pratica, ha comportato il divieto di prodotti come il Dormex, senza proporre alternative realmente efficaci. Il risultato? Altri Paesi continuano a utilizzare l’idrogeno cianammide in deroga (Grecia dal 2021, Nuova Zelanda, Cile), mentre in Italia e nel resto d’Europa rimane vietata una molecola ritenuta utile a mantenere competitiva la produzione di kiwi (e non solo).
La conseguenza più grave? La Grecia, con costi di produzione ridotti e il via libera all’uso del Dormex, ha superato l’Italia nella produzione di kiwi, rubandole, di fatto, una posizione di primato consolidata negli anni. Nel frattempo, alcuni produttori italiani stanno seriamente valutando di spostare parte delle attività agricole in Grecia, pur di non soccombere alle rigidità burocratiche e normative vigenti in Italia.
La beffa del mercato nero dei fitosanitari
Quando si vieta un prodotto ritenuto cruciale per rispondere a determinati problemi agronomici, senza fornire misure compensative o soluzioni alternative, si crea un vuoto. Vuoto che, puntualmente, il mercato nero colma.
Aumento dei costi illegali: una sostanza che costerebbe pochi euro al litro sul mercato regolare, finisce per essere venduta a cifre esorbitanti in modo clandestino (fino a 25 euro al litro, secondo testimonianze degli agricoltori stessi).
Sicurezza ridotta: tali transazioni avvengono di nascosto, senza alcun controllo sulla qualità o sul corretto utilizzo del fitofarmaco, con possibili rischi sanitari e ambientali.
Doppio danno: da un lato, gli agricoltori seri e onesti non hanno soluzioni legali realmente efficaci contro le nuove avversità; dall’altro, si favorisce il malaffare di chi sfrutta le falle burocratiche per aggirare la legge.
In pratica, il divieto del Dormex, unito all’assenza di un quadro normativo alternativo, non ha ridotto l’utilizzo della molecola: semplicemente ha creato uno “spazio grigio” dove quest’ultima continua a circolare a costi proibitivi, incentivando comportamenti illeciti.
Il fallimento della politica: interrogazioni parlamentari inascoltate
Il 23 gennaio 2025, Davide Bergamini (Lega) ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere se il Governo intendesse concedere la deroga all’utilizzo del Dormex. Le argomentazioni erano chiare e basate su dati concreti:
Perdita di circa 100 ore di freddo all’anno negli ultimi quattro anni, compromettendo la resa delle gemme.
Molte colture arboree non raggiungono più il potenziale produttivo.
Studi approfonditi, anche a livello internazionale, mostrano che alternative al Dormex non risultano altrettanto efficaci.
Nonostante ciò, né il Ministero dell’Agricoltura né il Ministero della Salute hanno accolto le richieste. L’attuale titolare dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, pareva inizialmente aver mostrato sensibilità verso le criticità del comparto, partecipando a fiere e confronti con gli operatori. Tuttavia, le istanze portate avanti dagli agricoltori e dai loro rappresentanti continuano a rimanere inascoltate.
“Armi pari” contro la concorrenza europea ed extraeuropea
Come rilevato da diversi produttori, il problema non è tanto avere un vantaggio competitivo, bensì non giocare in svantaggio:
In Grecia, dal 2021, è stata concessa la deroga per il Dormex.
In Nuova Zelanda e in Cile l’uso è consentito, e le loro produzioni di kiwi fanno concorrenza alle nostre esportazioni sul mercato europeo.
Dall’Italia, invece, solo silenzio e divieti, come se i nostri produttori non meritassero la medesima tutela riconosciuta ai competitor stranieri.
Risultato: filiere strategiche, come quella del kiwi, soffrono di un’evidente sproporzione di opportunità e subiscono danni che rischiano di diventare irreversibili.
Le richieste del comparto agricolo: regole eque e competenze tecniche
È urgente che la politica – italiana ed europea – si renda conto di quanto segua:
Garantire pari condizioni di mercato: se un fitofarmaco è ritenuto conforme alle normative per altri Paesi membri, deve esistere la possibilità di utilizzarlo, o quantomeno di valutarlo in maniera rapida e trasparente, anche per gli agricoltori italiani.
Bandi e misure di sostegno compensative: se l’intenzione è perseguire un’agricoltura più sostenibile, occorre un investimento serio in ricerca e sviluppo di prodotti alternativi, affiancato da un supporto economico tangibile per chi sperimenta nuove soluzioni.
Principio di reciprocità con i Paesi Terzi: le produzioni extra-UE, ottenute con sostanze vietate sul territorio europeo, non possono liberamente entrare sui nostri mercati, se non rispettano i nostri stessi standard di sicurezza e sostenibilità. È un principio basilare di equità commerciale, che andrebbe applicato con rigorosa costanza.
Conclusione: non più promesse vuote, ma azioni concrete
La storia del Dormex è solo uno dei tanti esempi in cui l’agricoltura italiana si trova a combattere con norme poco chiare o incoerenti, mentre il contesto internazionale si muove velocemente, favorendo produttori esteri più organizzati o sostenuti. Alla luce di questa situazione, è lecito avanzare un formale, duro rimprovero verso chi, per mestiere, dovrebbe difendere il sistema Paese e i lavoratori che lo compongono, ma in pratica rimane inerte o limita la propria azione a interventi di facciata.
Le strette di mano, i sorrisi alle fiere, gli annunci roboanti alle conferenze stampa non bastano più. Gli agricoltori italiani meritano risposte concrete, in linea con la realtà dei fatti e con le sfide, enormi, che il cambiamento climatico e la competitività globale pongono davanti a loro.
Fino a quando le richieste di chi produce non verranno trasformate in provvedimenti utili e rapidi, la situazione rimarrà allarmante. La speranza è che il legislatore, tanto in Italia quanto a Bruxelles, decida finalmente di ascoltare chi lavora davvero nelle campagne e sostiene l’economia del Paese con prodotti di altissima qualità. Perché senza agricoltura, e senza regole eque, si minano le basi di un settore fondamentale non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa.
La recente rinomina di Roberto Occhiuto a commissario per l’emergenza sanitaria è la conferma evidente che la sanità calabrese soffre di un problema sistemico, non di singole incapacità.
Sappiamo che sia Occhiuto che Francesco Cannizzaro si stanno impegnando per portare risposte concrete a una situazione complessa e difficile. Tuttavia, è importante riconoscere che la crisi della sanità calabrese non si risolverà mai senza una riforma profonda del sistema politico regionale.
Proposizione Popolare, con la proposta di riforma del Consiglio Regionale, intende offrire uno strumento concreto per superare queste logiche emergenziali e costruire un sistema politico capace di programmazione seria, trasparente e responsabile.
Continuare a gestire l’emergenza con soluzioni straordinarie non basta: serve una politica regionale che restituisca ai cittadini la possibilità di partecipare attivamente alle scelte strategiche per il futuro della Calabria.
Riconosciamo l’impegno di chi, come Occhiuto e Cannizzaro, cerca di far fronte a queste difficoltà, ma ribadiamo che senza una riforma del sistema politico regionale, la Calabria resterà ostaggio delle emergenze e delle false soluzioni.
La Calabria non ha bisogno di eroi solitari, ma di un sistema che funzioni per davvero.
Premessa: La dignità economica è un diritto fondamentale e inalienabile di ogni cittadino. Per garantire tale dignità, occorre superare la logica dell’assistenzialismo temporaneo e adottare un sistema di tutela sociale strutturato e permanente. Questo sistema prende il nome di Garanzia del Sussidio Sociale.
Cos’è la Garanzia del Sussidio Sociale?
La Garanzia del Sussidio Sociale è un’erogazione economica individuale e universale riconosciuta sin dalla nascita a tutti i cittadini. Essa accompagna l’individuo lungo l’intero percorso della vita, configurandosi come un vero e proprio diritto economico fondamentale.
Caratteristiche principali:
Universalità: Ogni cittadino, indipendentemente dalla condizione sociale o lavorativa, riceve questa garanzia economica sin dalla nascita.
Crescita Progressiva: La somma erogata aumenta progressivamente con l’età fino a stabilizzarsi al compimento del 18° anno di età (circa), garantendo così un sostegno crescente durante le fasi delicate dello sviluppo e della formazione.
Dignità Economica: L’importo erogato non corrisponde a uno stipendio pieno, ma garantisce un minimo economico sufficiente a mantenere la dignità individuale e familiare.
Compatibilità con il Lavoro: La Garanzia del Sussidio Sociale non può e non deve sostituirsi al lavoro. Essa rappresenta una base di sicurezza economica che deve incentivare, e non scoraggiare, la ricerca di un impiego produttivo e dignitoso. Il lavoro resta il principale mezzo attraverso cui l’individuo contribuisce alla società e realizza se stesso. In età lavorativa (dai 18 ai 65 anni circa), il sussidio è assoggettato a tassazione progressiva. In presenza di un reddito da lavoro sufficiente, il sussidio si riduce o si sospende automaticamente per evitare duplicazioni e privilegi.
Integrazione con il Sistema Pensionistico: Raggiunta l’età pensionistica, il sussidio si trasforma in una pensione sociale, garantendo così continuità e sicurezza economica fino al termine della vita.
Libertà di Integrazione: Ogni cittadino sarebbe libero di intraprendere iniziative personali per la creazione di pensioni integrative, a completamento della Garanzia del Sussidio Sociale.
Perché la Garanzia del Sussidio Sociale?
Tutela della Dignità: Ogni cittadino deve poter contare su una base economica che gli consenta di vivere con decoro.
Prevenzione della Povertà: Il sussidio agisce in maniera preventiva, evitando che le persone si trovino in condizioni di indigenza.
Equità Sociale: Il meccanismo progressivo di sospensione automatica in presenza di redditi sufficienti garantisce equità e responsabilità.
Semplificazione Amministrativa: Il sistema automatizzato di regolazione riduce la burocrazia e garantisce maggiore efficienza.
Come Realizzarlo?
Riforma del Welfare: Integrare il sussidio nel sistema previdenziale nazionale, con una gestione centralizzata e trasparente.
Sostenibilità Economica: Finanziare la Garanzia del Sussidio Sociale attraverso una riforma fiscale che redistribuisca le risorse in modo equo e solidale.
Politiche Attive per il Lavoro: Accompagnare il sistema con programmi di formazione, inserimento lavorativo e supporto alle imprese per favorire l’occupazione.
Conclusione
La Garanzia del Sussidio Sociale rappresenta un’innovazione capace di superare le criticità del Reddito di Cittadinanza, offrendo una base economica stabile e dignitosa per tutti. Tale strumento non solo tutela i più fragili, ma si configura come un diritto universale che promuove equità e coesione sociale.
Proposizione Popolare propone questa visione con l’obiettivo di stimolare un dibattito costruttivo e promuovere una riforma che metta davvero al centro la dignità della persona.
Noi di Proposizione Popolare riteniamo che la sanità calabrese, verrebbe quasi da dire “andrebbe commissariata”, versi in una condizione di tale criticità da far sembrare superflua l’ipotesi di un ulteriore commissariamento: infatti la Calabria vive da anni in un perpetuo stato di gestione straordinaria, con risultati deludenti a fronte di un impegno finanziario considerevole. A rendere ancor più complesso il quadro, si aggiungono le recenti affermazioni del Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, in merito ai compensi spropositati di alcuni professionisti sanitari, nonché i precedenti scandali riguardanti il pagamento di fatture già liquidate in passato. In un simile contesto, parlare di una nuova fase di commissariamento sarebbe un’offesa nei confronti di chi ancora ripone fiducia nella giustizia sociale.
Di fatto, la situazione sanitaria rappresenta soltanto la punta di un iceberg: la stessa logica, purtroppo, si riscontra in molti altri settori dell’amministrazione pubblica calabrese, dove le istituzioni vengono spesso concepite come enti da sfruttare più che da servire. Per questo motivo, secondo noi di Proposizione Popolare, è l’intero sistema politico a dover essere ripensato in profondità.
Proprio da tale riflessione nasce l’iniziativa di Proposizione Popolare, che a breve sottoporremo a cittadini e istituzioni. L’obiettivo è proporre una riforma radicale del Consiglio Regionale: prevediamo un modello in cui tutti i Comuni calabresi siano direttamente coinvolti nella formazione dell’Assemblea legislativa regionale. Questo nuovo sistema, che illustreremo nei dettagli in sede di presentazione ufficiale, introduce al proprio interno meccanismi di autocontrollo tali da rendere praticamente impossibili i più comuni tentativi di malcostume. L’innovazione, secondo la nostra visione, consiste nello sviluppare un’organizzazione politica e amministrativa che non lasci indietro nessuno e che, al tempo stesso, assicuri la massima trasparenza e la responsabilizzazione diretta di ogni attore pubblico. Con questo progetto, intendiamo offrire una prospettiva di reale cambiamento, affinché la Calabria possa finalmente emanciparsi da una perpetua emergenza e da un immobilismo politico che danneggia i cittadini da troppo tempo. L’augurio è che l’adesione di tutte le componenti sociali e istituzionali apra la strada a un cambiamento duraturo di buon governo, fondato sulla partecipazione e sulla solidarietà concreta.
L’agricoltura è il cuore pulsante del nostro Paese e oggi più che mai necessita di attenzione e soluzioni concrete. La manifestazione promossa da “Altraagricoltura” è espressione del malessere diffuso tra i produttori, che chiedono risposte per affrontare le sfide economiche e ambientali che mettono a rischio il futuro del settore.
Proposizione Popolare, “movimento no-profit di scopo propositivo che non partecipa a competizioni elettorali”, ritiene fondamentale che ogni iniziativa a sostegno degli agricoltori si inserisca in un percorso di dialogo aperto e costruttivo, capace di coinvolgere istituzioni, lavoratori e cittadini in un confronto responsabile. L’obiettivo comune deve essere la tutela della filiera agroalimentare italiana, valorizzando il lavoro di chi produce e garantendo ai consumatori un cibo sano e sicuro.
La difesa dell’agricoltura non è una battaglia di parte, ma una necessità collettiva per il benessere del Paese. Proposizione Popolare è impegnata a promuovere soluzioni concrete, basate sul confronto e sulla partecipazione attiva di chi vive e lavora la terra.
Il Presidente Sergio Mattarella è universalmente riconosciuto per la sua integrità morale e il costante impegno nella difesa dei valori democratici. Tuttavia, la recente dichiarazione in cui ha paragonato l’aggressione russa in Ucraina alle azioni del Terzo Reich ha suscitato un acceso dibattito internazionale. Sebbene l’intento fosse probabilmente quello di sottolineare la gravità della situazione, un simile confronto rischia di esacerbare le tensioni diplomatiche e potrebbe essere interpretato come un’iperbole storica.
È possibile che, in un contesto così complesso, il Presidente sia stato influenzato da informazioni o consigli che hanno portato a questa scelta espressiva. In situazioni delicate, le comunicazioni istituzionali dovrebbero mantenere un equilibrio che eviti parallelismi potenzialmente incendiari, pur condannando fermamente le azioni che minacciano la pace e la sicurezza internazionale. Riconoscendo l’eccezionale statura morale del Presidente Mattarella, è importante considerare che anche figure di alto profilo possono essere soggette a pressioni o influenze esterne che incidono sulle loro dichiarazioni pubbliche.
Verso un principio di legalità e trasparenza nelle esecuzioni dei mandati della Corte Penale Europea
Il caso Almasri solleva questioni fondamentali in materia di giurisdizione, sovranità nazionale e tutela dei diritti fondamentali. In un contesto in cui la cooperazione internazionale nella giustizia penale è imprescindibile, è altrettanto essenziale garantire che l’esecuzione di un mandato di cattura internazionale rispetti principi di certezza del diritto, trasparenza e tutela giurisdizionale del soggetto interessato.
Alla luce di ciò, riteniamo che gli Stati aderenti alla Corte Penale Europea debbano essere vincolati a un principio di notifica preventiva, secondo il quale un mandato di cattura possa essere eseguito sul territorio di uno Stato membro solo se:
Esiste un mandato di cattura internazionale regolarmente notificato allo Stato interessato prima dell’ingresso del soggetto nel suo territorio.
Il mandato sia stato pubblicamente reso noto attraverso canali ufficiali e accessibili, garantendo trasparenza e pubblicità dell’azione giudiziaria.
L’interessato abbia avuto la possibilità di esercitare il proprio diritto di difesa, avendo accesso alle informazioni e agli strumenti giuridici previsti dagli ordinamenti nazionali e sovranazionali.
Nel caso specifico Almasri – Italia, se tali condizioni non fossero state soddisfatte prima dell’ingresso del soggetto nel territorio italiano, l’esecuzione di un fermo potrebbe configurarsi come una violazione del principio di legalità, minando la fiducia nelle istituzioni giuridiche internazionali e creando un pericoloso precedente.
Per garantire che la cooperazione giudiziaria internazionale si fondi su equità, prevedibilità e rispetto della sovranità degli Stati, proponiamo che il principio di notifica preventiva venga formalmente integrato nei protocolli operativi della Corte Penale Europea, costituendo così un precedente normativo di riferimento per tutti i futuri casi analoghi.
Alcuni si chiedono: “Se i Sindaci hanno visioni diverse, come si eviteranno blocchi decisionali?”
La nostra riforma si basa su un principio fondamentale: il civismo in primis! Le istituzioni devono servire i cittadini, non interessi di parte. Per questo, il nostro modello garantisce scelte condivise e responsabilicome per le decisioni cruciali, dove interverranno direttamente tutti i 404 Comuni, garantendo una scelta realmente rappresentativa dell’intera Calabria
Rotazione con continuità: Ogni rappresentante seguirà linee guida comuni stabilite dal proprio collegio elettorale, evitando incoerenze o cambi di direzione improvvisi.
I Sindaci non avranno più scuse: saranno protagonisti diretti delle politiche regionali e dovranno confrontarsi costantemente con i cittadini, rendicontando ogni decisione.
Un Presidente/Governatore garante: Non sarà lasciato tutto al caso, il Presidente, eletto dai Sindaci, avrà il compito di garantire stabilità, coesione e visione strategica.
Equilibrio tra autonomia e collaborazione: Questo modello non divide, ma unisce. Dà voce ai territori senza creare frammentazione, perché le grandi scelte saranno prese insieme, con il coinvolgimento di tutti i Comuni.
Non temiamo la diversità di idee: la trasformiamo in forza decisionale! Questa è democrazia vera, vicina ai cittadini!
Il Presidente della Regione parla di “rivoltare la Calabria come un calzino” e chiede più legislature. Ma mentre la politica attende, la nostra terra si svuota. I giovani lasciano, le opportunità svaniscono, la desertificazione demografica avanza.
Noi di Proposizione Popolare diciamo basta alle promesse a lungo termine: serve una riforma efficace adesso! Vogliamo un Consiglio Regionale formato dai Comuni, con i Sindaci al centro delle decisioni. Meno burocrazia, più risultati.
La Calabria non può più aspettare. Il cambiamento è possibile, e parte da noi. Se condividi questa visione, aiutaci a far sentire la nostra voce!