Quando il soccorso manca, lo Stato tace! Non si può morire per banali negligenze

Presidente della Regione Calabria, On. Roberto Occhiuto

Consiglio Regionale della Calabria

Sindaci e Consigli Comunali dei Comuni Calabresi

Ministro della Salute

Presidente del Consiglio dei Ministri


Ill.mi Signori,

con la presente intendo esprimere, in qualità di cittadino calabrese e promotore dell’iniziativa civica Proposizione Popolare, una profonda preoccupazione per le gravi carenze che affliggono l’organizzazione del primo soccorso e della medicina territoriale nella nostra regione.

In numerose circostanze, anche recenti, odierne si è verificata l’impossibilità di fornire un’assistenza sanitaria tempestiva a cittadini colpiti da malori improvvisi o situazioni di emergenza, con il rischio concreto — e inaccettabile — di esiti fatali.
È evidente che il problema non risiede nella volontà o nella professionalità degli operatori sanitari, che anzi risultano spesso abbandonati a sé stessi, ma nella mancanza strutturale di un modello organizzativo efficace e vicino alle persone.

Per questo, avanzo la seguente proposta, che rientra pienamente nelle competenze locali e regionali e che può rappresentare un punto di svolta concreto e immediatamente attuabile:

Ogni comune della Calabria dovrebbe dotarsi di un locale civico dedicato alla sanità territoriale, in cui:

I medici di base possano ricevere i pazienti in modo ordinato, sicuro e accessibile;

Sia allestito un ambiente idoneo a fornire un primo soccorso reale, con strumenti e personale in grado di gestire l’emergenza nell’immediato ed evitare decessi per impossibilità assoluta di intervento tempestivo;

Si possa garantire una connessione rapida con i reparti ospedalieri, per attivare, quando necessario, un ricovero urgente in modo coordinato ed efficace.

Tale misura, se assunta con spirito di responsabilità istituzionale, non richiede investimenti straordinari, ma una visione civica e organizzativa all’altezza del valore della vita umana.

Il primo soccorso non può essere l’ultima speranza. Deve essere una certezza minima garantita, anche nei luoghi più piccoli e nei momenti più fragili.

Confido in un riscontro serio e immediato.

In fede,
Gaetano Rosarno
per Proposizione Popolare

PEC e Giustizia Stradale

Proposta di Legge di Iniziativa Popolare
PEC e Giustizia Stradale: una proposta per fermare gli abusi, non i cittadini
Riforma del sistema sanzionatorio: notifiche certe, niente rincari, fermo amministrativo come misura equa
Presentata per l’esame del Parlamento e per l’attenzione delle competenti Autorità istituzionali e dell’opinione pubblica.
Premessa
Nel rispetto dei principi costituzionali di uguaglianza, proporzionalità e certezza del diritto, si propone una riforma dell’attuale sistema di notificazione e riscossione delle sanzioni amministrative previste dal Codice della Strada. L’attuale modello, basato prevalentemente su notifiche cartacee, introduce ritardi e disguidi che spesso si traducono in una moltiplicazione automatica degli importi dovuti, colpendo in modo sproporzionato cittadini ignari o in buona fede. Tale meccanismo, oltre a generare sfiducia istituzionale, sembra configurarsi di fatto come una modalità di finanziamento strutturale per molti Enti Locali.
Finalità della proposta
La presente iniziativa legislativa intende:

  • garantire l’effettiva conoscenza delle violazioni da parte del trasgressore;
  • impedire che l’importo originario delle sanzioni venga moltiplicato da meccanismi burocratici;
  • responsabilizzare i cittadini con strumenti rapidi, moderni e non vessatori.
    Formula introduttiva
    È promulgata la seguente legge:
    Art. 1 – Obbligo di PEC per ogni veicolo
  1. A decorrere dal 1° gennaio 2026, ogni veicolo a motore iscritto nel Pubblico Registro Automobilistico deve essere associato a un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) intestato esclusivamente al proprietario del veicolo.
  2. L’obbligo di comunicazione o aggiornamento dell’indirizzo PEC si attua in occasione:
    a) dell’immatricolazione del veicolo;
    b) del trasferimento di proprietà;
    c) della revisione periodica obbligatoria.
    Art. 2 – Notifica esclusiva via PEC delle sanzioni
  3. Le violazioni accertate ai sensi del Codice della Strada sono notificate esclusivamente tramite PEC all’indirizzo associato al veicolo.
  4. La notifica ha pieno valore legale e produce effetti dal momento della consegna nel sistema PEC del destinatario.
  5. Le notifiche cartacee sono consentite esclusivamente nei casi documentati di impossibilità tecnica di invio o ricezione tramite PEC.
    Art. 3 – Fermo amministrativo in luogo degli aumenti sanzionatori
  6. Trascorsi 15 giorni dalla notifica senza che il pagamento della sanzione sia stato effettuato, l’ente accertatore dispone il fermo amministrativo provvisorio del veicolo, che comporta il divieto di circolazione su tutto il territorio nazionale.
  7. Il fermo amministrativo è notificato tramite PEC e comunicato al Pubblico Registro Automobilistico.
  8. Il fermo è revocato immediatamente all’atto del pagamento della sanzione senza applicazione di interessi, aggravi o ulteriori oneri.
    Art. 4 – Piattaforma integrata e accesso civico
  9. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, d’intesa con l’Agenzia per l’Italia Digitale, istituisce una piattaforma nazionale per la gestione:
    a) delle PEC associate ai veicoli;
    b) delle notifiche inviate;
    c) dello stato di fermo amministrativo dei veicoli.
  10. Ogni cittadino può accedere alla piattaforma mediante SPID o Carta d’Identità Elettronica (CIE) per consultare la situazione del proprio veicolo.
    Art. 5 – Clausola di salvaguardia
  11. In fase transitoria, e fino al 31 dicembre 2027, è consentito adempiere all’obbligo di cui all’articolo 1 mediante l’utilizzo del domicilio digitale registrato nel sistema INAD.
    Art. 6 – Entrata in vigore
    La presente legge entra in vigore il trentesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

IL REFERENDUM E LA DIGNITÀ: LA VISIONE DI “PROPOSIZIONE POPOLARE”

In un Paese che spesso lascia il popolo con l’illusione di decidere, noi affermiamo una visione nuova: quella in cui la voce dei cittadini conta davvero, sempre, e non può essere messa a tacere da regole scritte per favorire l’immobilismo.

Il problema oggi

Oggi, per abrogare una legge tramite referendum, non basta la volontà popolare: serve superare un quorum calcolato su tutti gli aventi diritto al voto, anche su milioni di persone che non votano da anni. È un meccanismo che premia chi boicotta, non chi partecipa.
È una trappola: se una parte del popolo alza la testa, basta che l’altra stia zitta perché tutto resti com’è.

La nostra proposta

Noi proponiamo che il quorum venga calcolato solo su chi ha partecipato alle ultime elezioni politiche. Vogliamo che la misura della democrazia sia la partecipazione reale, non quella teorica.

Se un Parlamento può legiferare con il 50% degli elettori, anche il popolo può abrogare leggi con lo stesso criterio.

Questo non è solo un cambio tecnico: è una presa di posizione culturale e politica.
È dire: la volontà attiva del popolo non è meno degna di quella rappresentata. È il suo fondamento.

E se ci fosse la Garanzia di Dignità…

Quante volte i referendum sono stati usati per chiedere ciò che dovrebbe già essere garantito? Un salario dignitoso. Una pensione minima. Un sussidio di sopravvivenza. L’acqua pubblica. Il lavoro stabile. Quesiti che non dovrebbero nemmeno esistere.

Con la nostra proposta di Garanzia di Dignità per l’intero arco di vita, molti dei conflitti che oggi spingono al referendum scomparirebbero. Perché nessun cittadino sarebbe lasciato indietro, e nessuno costretto a lottare per ciò che dovrebbe essere inviolabile: la dignità.

Gaetano Onrasor Rosarno

Erogazione: Garanzia Sussidio Dignità

Ricadute nell’Economia Reale

È una misura che stimola la fiducia, riduce il bisogno di misure emergenziali frammentate e rafforza l’autonomia dei cittadini, che tornano a essere parte attiva dell’economia comunitaria.

L’erogazione del Sussidio di Dignità non rappresenta una spesa improduttiva, ma una forma evoluta di investimento circolare nell’economia reale.
Le risorse distribuite non si disperdono: ritornano immediatamente nel circuito dei consumi essenziali, generano domanda interna stabile, sostengono attività di prossimità, commercio, servizi, microimprese e produzione locale.

In un momento storico segnato da incertezza e stagnazione, il sostegno alla dignità materiale dei cittadini diventa una leva anticiclica, capace di riattivare energia economica diffusa, soprattutto nei territori più fragili.

La Calabria non è un campo di battaglia politica. È una terra che chiede cura.

La Sanità non è né di destra né di sinistra. È malata. E va curata con verità.”

Oggi a Catanzaro c’è stata una manifestazione per la sanità.
Ed è già triste dover dire: “organizzata dalla sinistra”.
Perché la sanità, se funziona, non ha colore. Se non funziona, fa male a tutti.
Eppure, ancora una volta, si è scesi in piazza a nome di una parte, e non di una terra.

Il centrodestra non c’era.
Troppo difficile guardare negli occhi un fallimento quando ha le chiavi della tua stessa casa.
Ma noi non siamo né ospiti né padroni.
Siamo cittadini. E ci riguarda. Tutti. Ora.


La Calabria oggi è commissariata nei reparti, nei bilanci, nella speranza.
Abbiamo accolto medici cubani non per scelta strategica, ma per disperazione.
Abbiamo ospedali svuotati e pazienti costretti a partire come se curarsi fosse un privilegio da conquistare altrove.
Abbiamo famiglie che saltano turni di lavoro per inseguire un referto, una visita, un diritto.

Chi ha manifestato oggi, ha fatto bene.
Chi ha taciuto, ha fatto male.
Ma chi vuole ridurre tutto a “sinistra contro destra” sta tradendo la realtà.


Noi di Proposizione Popolare non ci stiamo.

Non ci stiamo a vedere la rabbia dei calabresi divisa per appartenenza politica.
Non ci stiamo a un dibattito sanitario trasformato in terreno elettorale.
Non ci stiamo a un’illusione bipartisan: quella che basti qualche nome, qualche aiuto dall’estero, qualche slogan da campagna per risolvere un sistema ammalato da anni.


Noi ci stiamo solo per una cosa: la Calabria vera.

Quella dei genitori che aspettano notti intere al Pronto Soccorso.
Quella dei medici che fanno turni infiniti con stipendi da fame.
Quella dei giovani che vorrebbero restare ma non vedono strutture, né fiducia.
Quella che non è invitata ai tavoli di partito, ma abita ogni giorno i corridoi di questa sanità malata.


Proposizione Popolare ha già scritto una proposta di riforma.
Una riforma che parte dalla politica, perché è lì che si ammala tutto.
Chi oggi governa non è il nemico. Ma non può essere neanche l’alibi.
La Calabria non ha bisogno di scontri ideologici.
Ha bisogno di strumenti nuovi, regole pulite, partecipazione vera.

Noi siamo pronti.
Chi ci sta, venga. Ma lo faccia da cittadino, non da tifoso.

Il Governatore Roberto Occhiuto annuncia l’arrivo di ulteriori 48 medici cubani

La Calabria non ha bisogno solo di soluzioni esterne, ma di una riforma radicale del sistema politico che oggi impedisce il risanamento duraturo.


Sta succedendo qualcosa in Calabria. Qualcosa di troppo silenzioso per essere normale.

Il Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha annunciato l’arrivo di altri 48 medici cubani. Una misura straordinaria, giustificata dall’assenza cronica di personale sanitario. È una notizia che si inserisce nel filone delle emergenze sanitarie ormai permanenti, e che riceve consensi da chi, esasperato, cerca risposte immediate a un sistema che da troppo tempo ha smesso di garantire il diritto alla salute.

Ma mentre l’annuncio corre veloce, ci si ferma troppo poco a chiedere perché siamo arrivati a questo punto.

Non si tratta di essere contro l’arrivo dei medici cubani. Si tratta di chiedersi cosa significhi, per una Regione italiana, affidare strutturalmente pezzi interi del suo sistema sanitario a professionisti stranieri, mentre intere generazioni di giovani calabresi – medici, infermieri, operatori – fuggono altrove.

La Calabria non è irriformabile. Ma è stata commissariata prima nell’amministrazione, poi nell’anima. E quando si smette di credere che un cambiamento sia possibile, anche le soluzioni più temporanee sembrano miracoli.


Perché i Calabresi fuggono?

Fuggono perché qui non trovano spazio. Non per vivere, ma per realizzarsi. Fuggono perché chi merita spesso viene ignorato. Perché i percorsi sono ostruiti da interessi trasversali che si riproducono da decenni. Perché la politica regionale non è mai diventata politica di sistema, ma continua a essere teatro di equilibrio precario, di gestione e non di visione.

Non bastano i medici cubani. Non bastano i commissari. E neanche le denunce a intermittenza. Serve un nuovo impianto istituzionale, che renda possibile la programmazione, l’autonomia, la trasparenza. Serve una riforma politica regionale vera.


Noi, non faremo mai pace col silenzio.

Proposizione Popolare ha scritto nero su bianco una proposta di riforma. È pronta, pubblica, concreta. Non nasce per accusare ma per liberare. Non nasce contro Occhiuto, né contro chi oggi gestisce l’esistente. Nasce perché il problema non è chi ci governa oggi. È il modo in cui siamo autorizzati a farci governare da settant’anni.

Vogliamo che nessun giovane medico calabrese debba andarsene senza aver avuto nemmeno l’occasione di restare. Vogliamo che nessuna madre debba ringraziare un medico cubano con le lacrime agli occhi perché lo Stato ha lasciato sguarnito l’ospedale locale.


Non è utopia. È decisione. Consiglio Regionale ai Comuni

Se non cambiamo il sistema, continueremo a chiedere aiuto. E a un certo punto, non risponderà più nessuno.

Noi, invece, rispondiamo. E invitiamo ogni cittadino calabrese a farlo.

Oggi: È stato un giorno Importante

Comunicato Ufficiale


In data 19 aprile 2025, Proposizione Popolare ha presentato alla Camera dei Deputati una proposta di legge d’iniziativa popolare, volta all’istituzione della Garanzia del Sussidio Sociale e alla modifica dell’articolo 1 della Costituzione italiana.

A seguito della trasmissione dell’atto, il Servizio per i Testi Normativi della Camera ha richiesto, in data 5 maggio 2025,
la presentazione di documentazione integrativa, necessaria per la regolarizzazione della petizione ai sensi dell’articolo 50 della Costituzione.

Oggi, 6 maggio 2025, Proposizione Popolare ha provveduto a trasmettere, tramite posta elettronica certificata (PEC),
tutta la documentazione richiesta, regolarizzando formalmente il procedimento di presentazione della proposta di legge.

Contestualmente, nella stessa data, è stata pubblicata sul sito ufficiale di Proposizione Popolare la Carta dei Principi
che definisce la natura, le finalità e i valori fondativi dell’iniziativa.

Il Futuro non si Rinvia

La Garanzia del Sussidio di Dignità è improrogabile.


Potete anche deriderci, ma noi non faremo mai pace col silenzio.

Nel presente che viviamo come un futuro perpetuo,
dobbiamo issarci al cambiamento.

Il futuro non si attende. Il futuro non si rinvia.
La proposta di Proposizione Popolare incarna il futuro nel presente.

La Garanzia del Sussidio di Dignità non solo proteggerà il cittadino:
emanciperà lo Stato stesso.

L’Operaio diverrà Artigiano.
Non vi saranno più padroni e dipendenti.
Vi saranno solo cittadini liberi di costruire.

Ebbene sì: la povertà sarà una scelta.

Primo Maggio 2025

Festa del Lavoro, Festa della Dignità

Noi non crediamo che il futuro sia già scritto.
Noi crediamo che il futuro si possa scegliere.

Oggi, mentre il nostro Paese si appresta ad aprire la stagione dell’Autonomia Differenziata,
noi scegliamo di ricordare che prima di dividerci nelle competenze dobbiamo unirci nella dignità.

Prima della competizione tra territori, viene la tutela della persona.
Prima della corsa alle deleghe regionali, viene il diritto inviolabile di ogni cittadino a esistere in sicurezza, rispetto e libertà.

Per questo proponiamo che nessuna autonomia regionale possa essere pienamente attuata senza prima garantire, a ogni cittadino italiano, ovunque risieda, il diritto a un Sussidio Sociale Universale per l’intero arco della vita.

Non è una condizione politica.
È una condizione di civiltà.

Non è una scelta ideologica.
È una scelta di amore per il nostro Paese, per la sua storia, per il suo futuro.

Prima la Dignità. Poi tutto il resto.

Oggi, Primo Maggio – Festa del Lavoro – noi non festeggiamo solo il diritto al lavoro.
Noi festeggiamo il diritto di ogni essere umano a vivere con dignità anche quando il lavoro manca, cambia, si trasforma.

Perché il lavoro è libertà.
Ma senza dignità garantita, anche il lavoro diventa prigione.

Noi siamo quelli che hanno deciso di non fare pace con il silenzio.
Noi siamo quelli che non accettano un’Italia spaccata tra privilegi e abbandoni.
Noi siamo quelli che credono ancora che un popolo sia una comunità di destino, non un mercato di interessi.

Per questo, oggi, proponiamo un nuovo patto nazionale:
prima garantiamo la vita, poi distribuiamo le autonomie.
Prima sosteniamo chiunque esista, poi decidiamo chi amministra cosa.

È tempo di scegliere che tipo di Paese vogliamo essere.
Non c’è più tempo da perdere.

Noi, non faremo mai pace col silenzio.
Noi, oggi più che mai, scegliamo la strada del Bene Comune.

PROPOSIZIONE POPOLARE

La Garanzia del Sussidio Sociale non è contro nessuno. È per tutti.

In Italia, ogni giorno, sindacati, patronati, CAF e cooperative sociali si impegnano per aiutare le persone a ottenere ciò che spetta loro. A tutte queste realtà va il nostro rispetto. Ma oggi sentiamo il dovere di proporre un passo in avanti, per tutti.

Un nuovo patto sociale

Con la Garanzia del Sussidio Sociale, proponiamo un diritto universale:
una base economica minima garantita a ogni cittadino italiano,
senza condizioni, senza burocrazia, senza umiliazioni.

Non è un attacco a chi lavora nel sociale.
È un invito a diventare protagonisti della nuova dignità.

Non più gestire il bisogno,
ma accompagnare l’autonomia.
Non più intermediare i diritti,
ma rafforzarli.
Non più inseguire l’emergenza,
ma costruire emancipazione.

Una nuova missione è possibile

Chi oggi lavora nell’assistenza potrà diventare:

  • orientatore della cittadinanza attiva,
  • promotore della qualità del lavoro,
  • sostenitore della partecipazione civica.

Non vogliamo togliere valore a nessuno.
Vogliamo dare un nuovo valore a tutti.

Chi vorrà camminare con noi sarà il benvenuto.
Chi vorrà opporsi, dovrà comunque confrontarsi con la forza di un’idea giusta.

La Garanzia del Sussidio Sociale è il primo passo verso un’Italia dove la dignità non si chiede, si garantisce.

Camminiamo insieme.
Proposizione Popolare